… come ologrammi celesti

Le mie meringhe
si libreranno impazzite
in alto
a cercare le tue
inebriate
tra gli afflati di una brezza.
Lo percepisco
lo sento
ti stordiranno
come ologrammi celesti
gli intarsi della loro
teobroma.
Impulsivamente
senza sapere perché
i tuoi occhi scruteranno
l’intero orizzonte
nell’anelito
di vedermi.
Eppure
eppure non mi vedrai
ma sarò lì
avvinghiato a te
stringerò il tuo cuore
in un passionale
struggente
etereo abbraccio.
Noi due
soli nell’universo
un’anima
delirium tremens dei sensi
emozioni trascendentali
simili ai più paradossali amori.
Senza bussola
fin troppo naïf
liliaca nube
in un cosmo metafisico
tutto ciò
bramerei fosse il mio cuore
ed inseguirti senza sosta
instancabile
non cedere un metro
farti navigare
tra i marosi del mio amore
ogni volta che la luna
orfica
d’argento
intarsia la notte.
Se sei monade
nel cosmo dell’assurdo
cortesemente
non disilludermi.
Tanto
ma tanto darei
per stordirmi
tra i bouquet
del tuo respiro.
Ed ecco
il mio sguardo
ti cattura
… non mi è possibile
non provare
delirio per te.
Nelle tue fantasmagorie notturne
fibrillerà
la più nitente
psichedelia
di me.
Il mio cuore respira
grazie all’afflato del tuo
soltanto perché ne avverte l’aroma
l’elisir
che lo permea.
Non riesco a vederti
adesso che l’argento irradia l’universo
e l’oro geloso
nella notte scintilla.
Imperli ancora i miei sogni?
Spesso
tanto spesso
il tuo afflato ha blandito il mio petto.
Superare vorrei
le cime del creato
e con refoli d’azzurro
ageminare
il mio sentimento per te.
I miei desideri vibrano
perché la brezza
ogni istante ti accarezzi
e mi riporti
sublime
il tuo profumo.
Un grande desiderio
senza tempo libare
la tua fragile
aulente
stagione d’amore.