Massimiliano Badiali

LABIRINTO ZERO

 

 

LABIRINTO ZERO

Massimiliano Badiali- 2007

 MANIFESTO EZIOLOGICO DEL LABIRINTISMO

TESEO- Chi è che parla? Son sordo come una campana!

ARIANNA- C’è una voce da lontano, ma non sento campane. Ma chi sei tu, vecchio?

IPPOLITO- Dice di essere il mio papà…ma la mamma dice che ho battuto la testa!

ARIANNA- Dimentica come me ch’ho perso il filo!

TESEO- Ascolta figlio mio, la storia inizia a Tiro, città di cui era re Agenor, figlio di Poseidone e della mortale Libia.

IPPPOLITO- Immemore come me ch’ho perso il capo!

TESEO- Basta! Silenzio! Dicevo che Poseidone si sposò Libia e da questa unione nacque Europa, una fanciulla particolarmente bella e pura di cui Zeus s'innamorò perdutamente. Da questa unione nacquero tre figli. Uno di questi era Minosse, famoso per la sua severità e giustizia, che regnò su Creta e fu signore del mare.

ARIANNA- Ladrone, che fai racconti la mia storia?

IPPOLITO- Signore del mare, che bello!

ARIANNA-  Dov’è il mio filo?

IPPOLITO- Che filo è?

ARIANNA- Il filo d’Arianna, ma torno dopo. Mi si è impigliata un’unghia nel filo….manicure da rifare!

TESEO- Si si, vecchia megera. Zitta!

ARIANNA- Megera a chi? Che ho più di 2000 anni! (se ne va col culo torto)

IPPOLITO- Racconta ancora questa storia da fotoromanzo invecchiata di una patina antiquata. Racconta papà!

TESEO- Ippolito, sai, che Minosse chiese a Poseidone, dio del mare, di mandargli un toro. Ricevere questo toro dal dio era la prova che l'Olimpo approvava il suo regno. In effetti, Poseidone mandò il toro, un toro di un bianco stupefacente, destinato ad essere sacrificato.

IPPOLITO- Un toro bianco? Lo voglio anch’io, papà!

TESEO- Tutto ma non quello!

IPPOLITO- Perché papà non me lo vuoi regalare?

TESEO- Ascolta, che ti fa bene capire….

IPPOLITO- Ma se ho perso la memoria, che senso ha capire, se quello che ho capito, poi non lo ricordo, papà?

TESEO- Zitto! Dicevo che Minosse affascinato dalla bellezza del toro non lo sacrificò; la sua forza era tale che il re di Creta, pieno di ammirazione, decise di utilizzarlo come toro da monta per i suoi greggi. Quando Poseidone lo venne a sapere, per punire Minosse, non solo convertì il bel toro in un animale pericoloso, ma fece anche in modo che Pasifae, moglie di Minosse, s'innamorasse del toro e si unisse a lui.

IPPOLITO- Ma Pasifae aveva battuto il capo anche lei?

TESEO- No, era un toro bello!

IPPOLITO- Ma era un toro vero!

TESEO- Un toro vero!

IPPOLITO- Che moda innamorarsi di un toro!

TESEO- Era un toro vero e fu da questa unione che nacque il Minotauro, un mostro con il corpo di uomo e la testa di toro. Un mostro pericoloso e al tempo stesso di così alta stirpe, un pericolo da scongiurare che minacciava la pace ed il benessere del regno. Così Minosse lo rinchiuse in un palazzo.  La sua costruzione l’aveva affidata ad un architetto ateniese di nome Dedalo che costruì un palazzo a forma di labirinto - il labirinto di Crosso.

IPPOLITO- Questo nome non mi è nuovo, sai papà! Fra un po’ ricomincio a recuperare la memoria. Ma è proprio vero che sei il mio papà?

TESEO- Ascoltami figlio mio, ascoltami che dalla storia tutto il tuo passato secolare ti ricorderai. Il labirinto era un inestricabile susseguirsi di camere, corridoi, sale, finti ingressi e finte porte, un luogo dove mi sono perso e da cui credevo che fosse impossibile uscire, come da qui dove siamo eternamente, in questo limbo primordiale.

IPPOLITO- Chi è eternamente?- papà? Il Minotauro è eterno? Ma io e te papà siamo stati insieme chiusi nel labirinto?

TESEO- No, non m’interrompere più……….. il figlio di Minosse, Androgeo, giunse ad Atene per misurarsi con i giovani ateniesi nei giochi tauromachici, ma rimase ucciso dal toro di Maratona. Suo padre, pazzo di dolore, si strappò la corona dalla fronte accusando gli ateniesi di quell'omicidio. La morte di Androgeo doveva portare loro sfortuna e da lì in poi dovettero pagare un orribile tributo: ogni nove anni Minosse esigeva che mandassero a Creta quattordici sudditi ateniesi, sette fanciulli e sette fanciulle vergini in pubertà, che sparivano nel labirinto sacrificate al Minotauro.

IPPOLITO- E cosa facevano sesso libero in un’orgia… che bello! Ma con o senza il Minotauro!

Nel frattempo arriva Melanippe.

TESEO- Insomma ti rivengono in mente i tuoi giochetti con Fedra.

IPPOLITO- Ma il Minotauro papà faceva il guardone o………

IPPOLITO- Zitto, figlio sciocco e screanzato! E tu Teseo come fai a parlare così davanti a tuo figlio? In duemila anni non ti sei nemmeno convertito a Nostro Signore?

IPPOLITO- Signore chi?

TESEO- Zitto! Taci donna, che parlo con mio figlio e gli racconto che uomo sono stato.

MELANIPPE- Sei tu Signore, Uomo o Padre?

TESEO- Sono tuo padre!

MELANIPPE: Sì, ma un padre degenere. Fedra, la tua matrigna si è innamorata di te e epilogo fatale: figlio mio tu, ferocemente casto, imprecasti senza pietà contro lei. Fedra si uccise, ma preparò la sua vendetta. Tuo padre, di ritorno da un viaggio, trovò nelle mani della moglie appena spirata una lettera in cui lei ti accusava di averla violentata. Tuo padre ti maledisse e Poseidone lo esaudì facendoti travolgere dai suoi cavalli in riva al mare. Portatoti morente al palazzo, ti riconciliasti con questo immondo, che dovrebbe vergognarsi a farsi chiamare da te padre.

Teseo se ne va piangendo

IPPOLITO- Madre raccontami tutto!.

MELANIPPE-  Teseo era andato a Creta con la sua nave, per evitare un altro inutile sacrificio, ossia per uccidere il Minotauro. Il Minotauro aveva una sorella alquanto disinibita che organizzava festini nel labirinto,  di nome Arianna.

Torna Arianna dal manicure…..

ARIANNA- Tu parli della mia storia secolare.  Io sono la proprietaria del filo che ha liberato Teseo.

IPPOLITO- Ti hanno tolto il filo dall’unghia?

ARIANNA- Non c’era un filo, ma un’esca! Dov’è il mio filo?

IPPOLITO- Non lo hai trovato prima?

ARIANNA- No, lo sto cercando da sempre, ma non so dov’è.

Arianna piange..

IPPOLITO- Ma di che filo parli?

ARIANNA- Io sono l’unico narratore di questa storia e ne conosco in fondo solo io l’eziologia. La risalita dal labirinto spetta a me, ma senza filo?

Arriva Teseo

TESEO- Ascolta la storia di tuo padre. Io sono Teseo!

IPPOLITO- Papà, quest’almeno me lo ricordo! Ma sei tu il mio papà?

ARIANNA- Che bel nome! Che ardore ricordare!

TESEO- Ricordare che?

ARIANNA- Quel maschione che salvai dal labirinto! Che toro!

IPPOLITO- Ma Pasifae, te e il toro! Hai un toro vero, papà!

ARIANNA- Si, che torello!

IPPOLITO- Voglio il toro bianco di papà!

TESEO- Ippolito, son’io che Arianna salvò dal labirinto.

ARIANNA- Io salvai Teseo dal labirinto?

TESEO- Io? Tu?

ARIANNA- Tu? Io?

MELANIPPE- Loro?

IPPOLITO- E la storia? E il toro bianco di papà?

Teseo e Arianna perdono ogni contatto con il reale. Lei annusa dappertutto. E lui a quattro zampe immobile, sogna di copulare.

IPPOLITO- Mamma, mamma, papà sembra un cane! E lei un aspiratore!

MELANIPPE- Di Arianna molto devi sapere! Tutti gli uomini che entravano nel labirinto, conoscevano le arti amatorie della meretrice, che, una volta, adoperati, li lasciava al fratello Minotauro. Per tuo Padre Arianna tradì il proprio fratello e gli suggerì di fissare il capo del filo all'architrave dell'entrata del labirinto e di tenersi il gomitolo in mano senza perderlo mai, poiché gli sarebbe servito a trovare la via di uscita. Tuo padre le era piaciuto!. Ci sapeva fare era particolarmente….come dire?

IPPOLITO- Mamma come dire che… era particolarmente…- .

MELANIPPE- Ippolito non imbarazzare tua madre….il pesce di Teseo era grosso per Arianna!

IPPOLITO- Papà andò nel labirinto con un pesce! Io lo voglio vedere mamma. Voglio il pesce anch’io!

MELANIPPE- Insomma ti dicevo che il Minotauro dormiva nella parte più interna del labirinto. Con una mano si afferrarono a vicenda, tuo padre l’afferrò per le sopracciglia e infine lo trafisse mortalmente.  Lo sacrificò a Poseidone.

IPPOLITO- Chi sacrificò il pesce a Poseidone? No il pesce era di Poseidone?

MELANIPPE- No, sacrificò il Minotauro a Poseidone!

IPPOLITO- E il pesce a chi lo dette, mamma?

MELANIPPE- Lo dette ad Arianna!

IPPOLITO- Dov’è ora? Lo voglio io!.

MELANIPPE- Basta piccolo sciocco. Chiedilo a tuo padre!.

IPPOLITO- Poi perché non l’ha sposata lui Arianna? Papà, perché non hai sposato Arianna?

Teseo si alza e rinviene.

MELANIPPE- Teseo, metti a posto la quinta zampa!

TESEO- Ma Arianna, non si stacca!

MELANIPPE- Ippolito aiuta a tirarla via…….

TESEO- Ahi! Ahi! Oh finalmente!

Arianna inizia a mugolare…..

TESEO- Figlio mio, Dioniso mi apparve in sogno e mi minacciò se non gli avessi ceduto Arianna. Diceva che l’abilità fellatoria di Arianna superava ogni altra divinità meretricia. Mi svegliai spaventato e la lasciai sull'isola immersa nel sonno.

MELANIPPE- Secondo me, a te, una volta passati i fumi, non piaceva molto. Arianna era un po’ bruttina e poi con certi peli.

ARIANNA- Bruttina chi? Cencio dice mal di straccio. Proprio tu parli che sembri un tegame!

IPPOLITO- Arianna dov’è il pesce di papà?

ARIANNA-  Al suo posto! Ma tu sei figlio degno di tuo padre! Ogni gioiello è al suo posto!

MELANIPPE- Lascialo stare Arianna! E poi di bagascia gli è bastata Fedra!

IPPOLITO- Fedra, Fedra…un ricordo sfumato di

ARIANNA- Pesce? Il pesce di Ippolito era cresciuto!

IPPOLITO- Io non avevo il pesce! Voglio il pesce di papà!

MELANIPPE- Mio figlio ha battuto la testa e ha perso la memoria!

Si sente una voce : Arianna, Arianna.

ARIANNA- Chi sei?

MINOTAURO- Sono il tuo fratellino?

ARIANNA- Minotauro sei vivo?

MINOTAURO- Se la vita è un sogno, la morte è vita!

ARIANNA- Dov’è il mio filo? Dov’è il filo che permette l’esodo dal labirinto?

MINOTAURO- Quel filo lo dimenticasti nel labirinto, quando scappasti con il tuo amato e mio assassino.

ARIANNA- Ma non sei morto?

MINOTAURO- I mostri non muoiono mai. D’apparenza il male muore, ma poi rinasce, come l’erba selvatica.

ARIANNA- Che ci fai qui?

MINOTAURO- Qui dove?

ARIANNA- Dove siamo? Dov’è il mio filo?

TESEO- Lo hai perso?

ARIANNA- L’ho perso nel labirinto. Che nostalgia secolare essere fuori dal labirinto e sentire un groviglio di viscere dedaliche che s’attorcigliano senza possibile uscita.

TESEO- Il labirinto è scomparso.

MINOTAURO- Uccidendomi, hai ucciso il mostro esterno, speculare al groviglio che è in te. Il labirinto è in te, nel tuo inconscio.

ARIANNA- Sono prigioniera di un Minotauro interiore, di un fratello malvagio e immaginario.

MINOTAURO- Nefasta tu, che per il sublime gusto sessuale tuo fratello sacrificasti, dimentica della genie familiare. Tu degenere sorella, che il pesce di Teseo preferisti all’amore familiare!

IPPOLITO- Dov’è il pesce di papà?

ARIANNA- Dov’è il mio filo?  Ma senza filo dove andiamo?

Una luce all’improvviso e una donna luminosa ai nostri personaggi appare.

TESEO- Chi è quella Luce di Signora?

ARIANNA- Chi è quella Signora di Luce?

MELANIPPE- Santa Maria di Magdala. 

MINOSSE- Addio!

ARIANNA- Dove vai, fratello?

MINOSSE- Lontano dalla Sua Luce Celestiale!

ARIANNA- E’ lei che conserva il mio filo?   

MELANIPPE- Il filo c’è! Esso è nascosto nel tuo cuore, devi saper cercare!

IPPOLITO- Ma dov’è il filo? L’ha preso il pesce. O con il filo han preso il pesce!

MELANIPPE- Taci, figlio sciocco. Il male ti disturba. Allontana quel tuo Minotauro interiore.

IPPOLITO- Minotauro è andato via! Dov’è papa?

Ippolito esce di scena. Melanippe lo insegue..

ARIANNA- Dov’ è il mio filo? Dov’è il filo che permette l’esodo dal labirinto?

TESEO- Ma non c’è più il labirinto. E’ un viaggio circolare il mio, ma nessuna traccia del labirinto. Uscimmo dal labirinto, trionfatori del male. Ma senza labirinto, che esodo possiamo fare? Siamo nel labirinto o no? Ma a che pro il filo se da nulla possiamo uscire?

ARIANNA- La vita è un nodo gordiano senza testa né coda.

TESEO- Questa vita è un sogno eterno in un limbo paradossale? Dove siamo?

ARIANNA- Nel limbo primordiale.

TESEO- Nel limbo primordiale e nostalgico di Crosso. Niente labirinto, niente uscita. E’ tedio e rassegnazione!

Dal cielo si sente una eco rimbombare…..Aiuto! Aiuto!

ARIANNA- Avete visto un filo?

DEDALO- No, perdindirindina!

ICARO- Dove sono le mie ali?

TESEO- Ma come fate senz’ali a volare?

ARIANNA- Ch’uccelli siete nell’aria e atti a parlare!

DEDALO- Chi siete?

ARIANNA- - Io sono Arianna e l’unico narratore di questa storia e ne conosco in fondo solo io l’eziologia. La risalita dal labirinto spetta a me, ma senza filo?

ICARO- Il filo di quella meretrice?

ARIANNA- Meretrice a chi?

TESEO- Non si parla così ad una signora.

ICARO- Io e mio padre Dedalo per causa vostra nel labirinto rinchiusi a lungo fummo!

TESEO- Storia vecchia! Che nostalgia del labirinto!

ICARO- Ma dov’è il labirinto da cui tutti uscimmo, poiché non lo riesco più a trovare!

DEDALO- Da sempre in volo, ma senz’ali. Cadiamo in mare e in eterno a volare ricominciamo!

ARIANNA- E io il mio filo dappertutto sto a cercare, tra la sabbia, le fogne, i rifiuti e in mare. Dov’è il mio filo?

ICARO- Dove sono le mie ali?

Icaro e Dedalo continuano eternamente a volare. Ritorna Minotauro.

MINOTAURO- La vita senso non ha in questo limbo infernale. Perché che gusto provo qui, se a fare del male, neppure godo?

MELANIPPE- Vattene, mostro infernale! Vattene e spargere nel mondo il tuo male! Gli uomini sono irretiti in un labirinto senza capo né coda, sospesi in un limbo primordiale, ciechi al bene e ignari del male. L’universo è un grigio mélange di un tao sfumato, dove i confini hanno perso contorni e le menti misere mendicano spirito dalla pietra.

Minotauro sparisce.

ARIANNA- Dov’è il mio filo? - Dov’è il filo che permette l’esodo dal labirinto?

MELANIPPE- Il labirinto è in te.

ARIANNA- Dove siamo?

MELANIPPE- Nel limbo infernale. Destinati siete qui a scontare un mondo grigio senza luce divina fino al giorno del Giudizio Universale. Immemori sempre di tutto, come singulti ossessionati dal passato il labirinto atti siete fuori a ricercare. Ma il labirinto è in voi.   

TESEO- Il labirinto è in me, che ho ucciso il mostro.

ARIANNA- Dove siamo?

MELANIPPE- In un mondo monotono e grigio, nell’asfissia sensoriale! In un mondo d’apparente normalità e di follia sostanziale.

ARIANNA-  Dove siamo?

MELANIPPE- Nel labirinto zero, nel labirinto dell’uomo che non ha fede e cerca un senso nei meandri tentacolari della sua finitezza. Chi è finito, come può cercare in sé l’infinito?

TESEO- Finito? Infinito?

ARIANNA- Il labirinto è finito o infinito? E il mio filo dov’è finito?

MELANIPPE- Il labirinto di Crosso è finito! Le rovine l’hanno distrutto e con sé la storia l’ha inglobato.

ARIANNA- Dov’ è il mio filo? Dov’è il filo che permette l’esodo dal labirinto?

TESEO- Ma non c’è più il labirinto. E’ un viaggio circolare il mio, ma nessuna traccia del labirinto.

ARIANNA- Siamo nel labirinto o no?

MELANIPPE- Il labirinto infinito è nel vostro cuore, che non sa amare e nel vostro intelletto, che non sa vedere. Il labirinto zero……..

ARIANNA- Labirinto zero perché non ho più il filo? Dov’è il mio filo?

TESEO- Dove siamo?

MELANIPPE- Nel labirinto primordiale! Il labirinto siete voi, in un errare concentrico e ellittico, che vi riporta in eterno al punto iniziale.

MELANIPPE- La vita senza fede è un’eresia!

ARIANNA- Dov’è il mio filo?

MELANIPPE- Solleva gli occhi e eleva lo sguardo a quella celeste Madre Maria!

ARIANNA- Chi sei? Dov’è il mio filo?

MELANIPPE- Santa Maria, la madre di Dio.

TESEO- Chi è Dio?

MELANIPPE- Il signore della Luce!

ARIANNA- Ma tu lo conosci? Forse lui sa dov’è il mio filo!

MELANIPPE- Pagani nasceste, ma privi di un animo attivo, nell’ozio, nel sesso perduti vi siete e il cuore non ha compreso ciò che l’intelletto non poté. Maria di Magdala è  amore celestiale, castità e maternità reale. Attraverso lei il labirinto potreste superare!

ARIANNA- Lei ha il mio filo, dunque, che permette l’esodo da questo labirinto concentrico, ellittico e circolare?

TESEO- Lei è la nuova Arianna!

ARIANNA- Solo io sono Arianna! Io l’unico narratore di questa storia e ne conosco in fondo solo io l’eziologia. La risalita dal labirinto spetta a me, ma senza filo?

MELANIPPE- L’amore della Madre è celestiale verso uomini e donne uguale! Quello d’Arianna è rivolto a Teseo per un umano sospirare di concupiscente e sensuale!

Arianna continua a sceverare famelica il suo filo, mentre Teseo è Ippolito intento a ricercare. Scendono le Muse dal cielo e giungono con Melanippe a parlare.

MUSE- Alla fede, un essere primordiale, ad una fase estetica non può arrivare. Di Maria Madre e della Santa Trinità Arianna nulla potrà intuire né Teseo con il suo stadio etico-morale.   

MELANIPPE- Il filo d’Arianna che permette l’esodo dal labirinto è la Madre Maria, che ha ucciso il mostro e ha condotto l’umanità intera nelle braccia del Suo Figlio Salvatore Gesù, Uno e Trino, della stessa sostanza del Padre.

MUSE- Santa pagana, ch’al celestiale sguardo della Madre scopristi il filo che fa fuoriuscire dal labirinto umano.

MELANIPPE- E’ all’uomo senza fede, in cui al cuore l’intelletto vince, eterno il labirinto. Impossibile la risalita, la fuoriuscita: il labirinto zero!

Melanippe se ne va.

ARIANNA- Erro in fondo al mio labirinto esistenziale, in ricerca di un senso, di un centro.  Ma il vuoto è là… apparente caos primordiale dagli effluvi rossi di storia, da un dedalo di fiori defunti, dagli odori ebbri di memoria dell’eco vuota di voci e di verbo sorde.

TESEO- Sento in fondo al mio labirinto spettrale i tomi del passato riportare enigmi e rimorsi esistenziali….Ma il vuoto è qui… Assente ogni ordine razionale dalla vigna di oscure voluttà, ogni istante in eterna tensione, l’energia decompone il tutto in nulla senza ragione.

Scendono le Muse.

ARIANNA- Dov’ è il mio filo? Dov’è il filo che permette l’esodo dal labirinto?

MUSE- Il labirinto è finito, il filo è sparito.

ARIANNA- Come posso? Dov’è il mio filo?

MUSE- Il labirinto è nel tuo cuore e tu un nuovo filo devi creare con l’immaginazione che ti permetta a nuovo esodo resuscitare.

ARIANNA- Dov’è questo filo?

MUSE- L'arte è il tuo filo! L’arte è il filo d'Arianna che permette l'esodo dal labirinto.

Le Muse scompaiono nel vento e Melanippe riappare.

ARIANNA- Il mio filo è l’arte!  Il labirinto è finito, il filo è sparito. Ma il labirinto siamo noi in un errare concentrico e ellittico, che ci riporta in eterno al punto iniziale.

TESEO- Usciamo dal labirinto con l’arte, che è il tuo filo, o Arianna.

ARIANNA- La vita è un nodo gordiano senza testa né coda. Ma l’arte è catarsi estasi e liberazione. Il filo d’Arianna è l’arte del Labirint…., è un …..ismo

TESEO- Labirint..ismo è l’uscita dal dedalo esterno ed interno dell’io?

ARIANNA- La tensione all’arte estatica-catartica-conoscitiva che permette l’esodo dal labirinto è Labirintismo.

TESEO- Il Labirintismo è il filo d’Arianna che permette l’esodo dal labirinto!

Entra Ippolito!

IPPOLITO- Dov’è il pesce di papà? E’ nel labirinto?

TESEO- No, Ippolito……..

IPPOLITO- Ma il Labirintismo è il pesce di papà che permette l’esodo dal labirinto?

ARIANNA- Un tempo Ippolito! Adesso è l’arte a farmi risvegliare!….

TESEO- Dov’è la mia penna? Dov’è la mia matita?

ARIANNA- Dov’è la mia cetra? Dove sono i miei colori?

IPPOLITO- Dov’è la mia testa?

TESEO- Chi è che parla? Son sordo come una campana!

Teseo e Arianna iniziano così a ricordare……

ARIANNA-  D’improvviso, sul dedalo che non tiene filtra un raggio, s’apre un varco da cui un profumo di simboli, immagini e suoni sale col solare squarcio:

MUSE- E’ l’ Arte suprema sinestesia di consolazione estatica virtù di salvazione Terapeutica luce di redenzione per l’umano errare nel dedalo artificiale e esistenziale. E di Teseo s’ode il canto……….

TESEO- Il mio?

ARIANNA- Il tuo?

MUSE-   E il  filo stretto d’Arianna non resta che afferrare per risalire dal labirinto tentacolare e a nuova vita cosciente in esodo resuscitare.

ARIANNA- Il mio filo è l’arte.

TESEO- L’arte è il filo d’Arianna che permette l’esodo dal labirinto

ARIANNA- L’arte è il labirinto zero, che permette l’esodo dal labirinto!

IPPOLITO- Dov’è l’arte? Dov’è il labirinto zero? Dov’è il Labirintismo.

MELANIPPE- Dormi, Ippolito, che la vita senza fede è un’eresia! Solleva gli occhi e eleva lo sguardo a quella celeste Madre Maria! Il filo dell’esistenza vera, creatura mia, il labirinto zero, la fuoriuscita dal dedalo concentrico, ellittico e circolare è il Suo amore celestiale, la Sua castità e la Sua maternità reale.

 

 

Todos los derechos pertenecen a su autor. Ha sido publicado en e-Stories.org a solicitud de Massimiliano Badiali.
Publicado en e-Stories.org el 30.08.2007.

 
 

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